venerdì 27 gennaio 2017

LA CORTE SUPREMA DA' TORTO AL GOVERNO MAY: SU BREXIT DEVE ESPRIMERSI IL PARLAMENTO

Si conclude la vicenda giudiziaria iniziata con il ricorso di Gina Miller: per l'avvio di Brexit, il Governo avrà bisogno dell'approvazione del Parlamento.

Risultati immagini per westminster palaceLa Corte Suprema britannica si è espressa sulla ratifica parlamentare della Brexit dando torto al Governo May: l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea non potrà essere avviata senza prima essere approvata dal Parlamento.

La vicenda era nata alla fine di ottobre dell'anno scorso, quando la cittadina britannica Gina Miller, donna d'affari ed esperta di questioni legali, aveva presentato ricorso alla Corte di Giustizia contro la decisione di Theresa May di procedere all'avvio della Brexit direttamente e senza le consultazioni parlamentari, in virtù della cosiddetta "prerogativa reale".
La Miller aveva dichiarato di non essere contraria alla Brexit in quanto tale, ma di temere che l'azione portata avanti dal Governo senza il parere del Parlamento creasse una grossa frattura nella struttura democratica del Paese.

Dopo che la sentenza della Corte di Giustizia a favore della ricorrente, il Governo May aveva presentato ricorso alla Corte Suprema, il livello più alto nel sistema giuridico britannico.
I Giudici della Corte Suprema hanno di nuovo dato torto alla May, decretatando che il Parlamento dovrà esprimere il suo parere sull'avvio della Brexit con una votazione.

Il Governo non ha accolto favorevolmente questo giudizio, ma ha dichiarato che rispetterà la sentenza della Corte, ed ha già presentato alla Camera dei Comuni la proposta di legge per l'avvio dell'iter per l'uscita dall'Unione Europea. I parlamentari dovranno ora esprimere il proprio parere su questa proposta.

domenica 22 gennaio 2017

ADAMS: LA BREXIT METTE A RISCHIO GLI ACCORDI DI PACE DELL'IRLANDA DEL NORD

Gerry Adams, rappresentante del partito indipendentista Sinn Féin, considera il programma Brexit del Governo May come un atto ostile contro gli accordi del 1998.

Dopo il discorso programmatico del Premier britannico Theresa May sui futuri negoziati per la Brexit, le reazione sono state numerose e di diverso tipo.

Tra coloro che hanno accolto negativamente le parole della May c'è sicuramente Gerry Adams, presidente del Sinn Féin, il partito cattolico indipendentista nord-irlandese. Secondo Adams, infatti, il processo di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea metterà in pericolo gli accordi, faticosamente raggiunti alla fine degli anni '90, che hanno portato la pace in Irlanda del Nord dopo decenni di scontri sanguinosi.

Adams è convinto che la Brexit e l'uscita dell'UK dall'Unione Europea costituiscano un vero e proprio "atto ostile" nei confronti di quegli accordi: innanzi tutto, perchè la Brexit in un certo qual modo ricrea il confine tra Repubblica d'Irlanda  e Irlanda del Nord che gli accordi avevano abolito; poi, perchè la Brexit avrà, molto più in generale, una ricaduta negativa sugli effetti di tali accordi. Questa situazione, conclude Adams, crea i presupposti per una nuova spinta verso la riunificazione dell'Irlanda, con la separazione dell'Irlanda del Nord dal Regno Unito.

Oltre alla minaccia di un referendum per l'indipendenza della Scozia, quindi, il Governo britannico si troverà forse ad affrontare anche quella di una rinascita dei movimenti indipendentisti irlandesi.

lunedì 16 gennaio 2017

GOVERNO MAY PRONTO A UNA HARD BREXIT: MARTEDI' IL DISCORSO PROGRAMMATICO

La Premier britannica ha annunciato di voler procedere verso una separazione netta del Regno Unito dall'Unione Europea

Risultati immagini per theresa maySi terrà martedì 17 gennaio il discorso programmatico di Theresa May, Primo Ministro britannico,
in cui verrà annunciato il progetto di attuazione dell'uscita dall'Unione Europea. Secondo quanto riferiscono i media britannici, il Governo May ha maturato la decisione di muoversi verso una "hard Brexit", ovvero una Brexit senza compromessi: nel discorso di martedì verrà annunciata l'intenzione di lasciare il mercato unico europeo e di uscire dalla giurisdizione della Corte di Giustizia Europea.
Ma il discorso programmatico sarà anche occasione, per la Premier, per invitare tutti i cittadini britannici a far cadere i rancori tra sostenitori del Leave e del Remain, e a restare uniti per trasformare la Brexit in un successo.



lunedì 9 gennaio 2017

NICOLA STURGEON: SE SI OPTA PER UNA "SOFT BREXIT", LA SCOZIA POTREBBE RINUNCIARE AL REFERENDUM PER L'INDIPENDENZA

La Premier scozzese disposta a far cadere la minaccia del referendum per l'indipendenza se il Governo May, con la Brexit, manterrà l'accesso al mercato unico. "Ma non sto bluffando", ricorda la Sturgeon.

Risultati immagini per sturgeon nicolaIn un'intervista alla BBC, il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha dichiarato di essere convinta che la Premier Theresa May non abbia alcun piano per quanto riguarda l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Ma ha anche riferito di essere disposta a raggiungere un compromesso con la May, a patto che lei voglia fare altrettanto.

Theresa May aveva precedente detto che non era possibile alcun accordo preferenziale per la Scozia, e che i progetti del governo sulla Brexit non erano affatto confusi, ma orientati ad ottenere i risultati più convenienti per i britannici in merito alle relazioni commerciali con l'Unione Europea.

Si sa che Sturgeon, a fronte dei risultati del referendum, con il 62% degli scozzesi contrari all'uscita dall'Unione Europea, aveva minacciato il governo centrale di indire un secondo referendum per l'indipendenza della Scozia. Adesso, ha annunciato che il referendum potrebbe essere messo da parte a condizione chela scelta del governo sia a favore della cosiddetta "Soft Brexit", ovvero di un'uscita dall'UE che però continui a garantire l'accesso dell'UK al mercato comune europeo. "Ma commetterebbero un grosso errore se pensassero che io stia bluffando, sull'indizione del referendum" ha ricordato alla fine dell'intervista.

giovedì 5 gennaio 2017

NUOVO AMBASCIATORE PRESSO L'UNIONE EUROPEA PER IL REGNO UNITO

Il nuovo diplomatico, che sostituisce il dimissionario sir Ivan Rogers, è sir Tim Barrow.

File:Tim Barrow, 2015.jpgNella sua lunga carriera diplomatica è stato ambasciatore a Mosca, direttore del Foreign Office britannico e primo segretario dell'ambasciata britannica a Bruxelles: ora Tim Barrow è il nuovo ambasciatore presso l'Unione Europea per il Regno Unito. La nomina è avvenuta in seguito alle improvvise dimissioni del predecessore, Ivan Rogers, rassegnate dieci mesi prima della scadenza della carica a causa di divergenze con il governo May sulla questione "Brexit". Sir Rogers avrebbe avuto il compito di seguire i negoziati, compito che ora passerà a Sir Barrow.
Il nuovo ambasciatore, comunque, non è considerato uno dei sostenitori radicali della Brexit, ma anzi ci si aspetta da lui un approccio pragmatico e imparziale alle trattative per l'uscita dell'UK dall'Unione Europea.

domenica 1 gennaio 2017

LA BREXIT DIVENTA UN FILM DI WARNER BROS

Gli studios statunitensi progettano un lungometraggio su Nigel Farage e la sua campagna a favore della Brexit.

Risultati immagini per nigel farageSecondo quanto riferito dal Daily Telegraph, la Warner Brothers sta pensando di realizzare un film sull'ex leader del partito dell'UKIP Nigel Farage per raccontare la storia della Brexit e della campagna a favore del Leave.

L'occasione per l'incontro tra i produttori della Warner e Nigel Farage sarebbe la cerimonia di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.

La sceneggiatura del film si baserebbe sul libro "The Bad Boys of Brexit" di Arron Banks, finanziatore della campagna a favore dell'uscita dall'UE.