venerdì 28 luglio 2017

BREXIT: RISCHIO RALLENTAMENTO PER I NEGOZIATI

Il responsabile UE delle trattative ritiene altamente improbabile che i negoziati possano partire in autunno, per via della "mancanza di chiarezza" da parte dell'UK.

Risultati immagini per michel barnierIn base a quanto riportato da The Guardian, l'incaricato dei negoziati Michel Barnier ha riferito ai rappresentanti dei paesi membri dell'Unione che l'apertura delle negoziazioni auspicata per questo autunno rischia di slittare. 

Secondo le dichiarazioni di Barnier, il governo britannico, durante i colloqui tenuti finora, non è stato in grado di fornire informazioni sufficientemente chiare sulla propria posizione; per questo Barnier si sente molto pessimistico riguardo al futuro. In particolare, il Regno Unito non ha saputo presentare una documentazione soddisfacente per l'UE in merito a molti argomenti chiave. Tra questi, i futuri diritti dei cittadini EU residenti nel Regno Unito, il confine tra Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord e il controverso Brexit Bill, l'atto legislativo indispensabile per l'effettiva separazione dal Regno Unito dall'UE. 

Il Consiglio Europeo dovrebbe riunirsi verso la fine di ottobre proprio per valutare i progressi compiuti nel corso degli incontri con l'UK su questi argomenti chiave,  ma l'incontro rischia secondo Barnier di dover essere rinviato.

Il Governo britannico dal canto suo si è dichiarato convinto di riuscire a portare avanti le trattative per il mese di ottobre, come previsto.

lunedì 26 giugno 2017

BREXIT, MAY RASSICURA I RESIDENTI UE: "NESSUNO SARA' COSTRETTO A LASCIARE L'UK"

In che cosa consiste la proposta della Premier sui diritti dei cittadini UE, giudicata "poco soddisfacente" da Tusk e Juncker?

Ha suscitato molte discussioni la proposta, avanzata da Theresa May pochi giorni fa, sulle garanzie per i cittadini UE che si troveranno a risiedere nel Regno Unito dopo la Brexit.

Risultati immagini per theresa may brexitIn particolare, i presidenti di Commissione e Consiglio Europei, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, hanno giudicato la proposta al di sotto delle aspettative e hanno rivelato il timore che possa peggiorare la situazione dei cittadini che da tempo risiedono nel Regno Unito.

Anche i gruppi che, nel Regno Unito, si stanno battendo per i diritti dei cittadini europei dopo la Brexit si sono dichiarati insoddisfatti: considerano la proposta un documento approssimativo e poco approfondito, di livello molto inferiore alla proposta presentata dall'Unione Europea sui diritti dei cittadini UK.

Dal canto suo, La May si è sentita in dovere di tranquillizzare i cittadini UE affermando che "nessuno intende mandarli via dall'UK", ma ha ribadito che la sua è una proposta seria e giusta.

Ma quali sono i punti principali di questa proposta? Proviamo a riassumere le voci illustrate nel dettaglio dal Telegraph:

- dopo Brexit, tutti i cittadini UE che si trovano in UK dovranno fare richiesta per ottenere la residenza permanente (accordi particolari saranno presi per i cittadini irlandesi);

- verrà concordata una data oltre la quale ai nuovi arrivati in UK potrà non essere riconosciuta la "residenza permanente" (settled status); questa data dovrà essere non precedente al 29 marzo 2017 (il giorno in cui l'UK ha attivato l'art.50) e non successiva alla data dell'effettiva uscita dell'UK dall'Unione;

- tutti i cittadini UE residenti in UK prima di tale data potranno richiedere la residenza permanente una volta raggiunti i 5 anni di permanenza continuativa nel paese; per costoro potrà essere istituito un sistema di documenti di identità;

- la residenza permanente equivarrà al diritto di rimanere in UK a tempo indeterminato e di accedere ai servizi pubblici, ai sussidi e all'istruzione;

- ai componenti familiari dei cittadini UE con residenza permanente sarà consentito di entrare in UK anche dopo la data limite e di maturare i cinque anni di permanenza per ottenere la residenza, purchè si trasferiscano in UK prima della Brexit; per componenti familiari si intende figli a carico, genitori, coniugi; forse saranno inclusi i cugini. Se invece si trasferiranno in UK dopo la Brexit, i componenti familiari potranno richiedere la residenza permanente secondo le modalità attuali, dovendo dimostrare di avere sufficienti fonti di sostentamento;

- dopo l'uscita dell'UK dall'UE, ci saranno due anni di transizione durante i quali i cittadini UE dovranno fare richiesta di residenza permanente; nel frattempo, sarà loro riconosciuto il diritto temporaneo di vivere e lavorare in UK;

- a coloro che hanno commesso reati non sarà consentito di rimanere;

- lo status di coloro che godono di sussidi e pensioni in un paese UE sarà mantenuto inalterato;

- il sistema di assicurazione sanitaria per i paesi UE resterà inalterato;

- i benefici economici a favore degli studenti resteranno inalterati;

- la residenza permanente non darà diritto a un passaporto britannico, che potrà essere richiesto (secondo le modalità attualmente vigenti) una volta raggiunti i 6 anni di permanenza nel paese.





sabato 10 giugno 2017

ELEZIONI UK: MAY CONFERMATA AL GOVERNO, MA SI TRATTA DI UNA MEZZA SCONFITTA

I Conservatori vincono le elezioni, ma perdono la maggioranza in parlamento. Cosa cambia adesso per la Brexit?

Si sono appena concluse le elezioni generali nel Regno Unito, elezioni che proprio Theresa May aveva voluto, nella speranza di ottenere dalla popolazione britannica un "mandato stabile e forte" per avviare con sicurezza il percorso per uscire dall'Unione Europea.

Risultati immagini per uk electionGli elettori si sono espressi, il partito dei Tories è stato confermato alla guida del paese, ma i risultati non sono stati quelli sperati. Il Partito Laburista ha guadagnato molti seggi in Parlamento, prevalentemente a danno dei Conservatori e del Partito Nazionale Scozzese, sottraendo ai Tories la maggioranza assoluta dei seggi. Forte batosta anche per l'UKIP, il Partito per l'Indipendenza dell'UK, che rispetto alle ultime elezioni ha perso il 10% dei voti. Il nuovo leader Paul Nuttall ha da poco rassegnato le dimissioni.

La conseguenza è, di fatto, una situazione politica molto più instabile, una perdita di potere per il partito al governo e l'inevitabile ricorso ad alleanze e coalizioni per governare. La stampa inglese avrebbe già parlato di un'alleanza tra i Tories e il Partito Democratico Unionista dell'Irlanda del Nord. Qualcuno avrebbe già rivolto a Theresa May l'invito ad abbandonare l'incarico, e forse la Premier sarà costretta a farlo, se non riuscirà nelle prossime settimane a mettere in piedi un governo stabile.

Ma che cosa significa tutto questo per la Brexit, e quali conseguenze ci saranno sui futuri negoziati? In molti hanno imputato la sconfitta della partito della May proprio alle sue decisioni sul processo di uscita dall'Unione Europea, e in particolare alla sua scelta di muoversi in direzione di una "Hard Brexit".

Lo scenario più probabile è che si vada ora in direzione di una soft Brexit. La stessa coalizione con il Partito Democratico Unionista dell'Irlanda del Nord, forte sostenitore di una soft Brexit, porterebbe in primo piano una questione considerata primaria da questo partito, ossia quella del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda.
Molto importante per i Conservatori è anche l'appoggio dei Liberal Democratici, il cui Leader, Tim Farron, è favorevole a un nuovo referendum sulla Brexit appena si concluderanno i negoziati.

E' forse ancora presto per fare previsioni certe, anche se il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, dopo essersi congratulato con la May per la vittoria alle elezioni, avrebbe ricordato che è necessario affrettarsi e mettere in moto le trattative.

domenica 28 maggio 2017

BREXIT E ANTITERRORISMO: L'UK MANTENGA I RAPPORTI CON L'UE PER PROTEGGERSI DAGLI ATTACCHI

L'avvertimento dell'intelligence britannica alla May: per combattere il terrorismo sarà essenziale continuare a collaborare con l'Unione Europea anche dopo la Brexit

Risultati immagini per intelligence ukL'appello è arrivato alla Premier britannica dopo l'attacco di Manchester: Hugh Orde, ex capo della Polizia dell'Irlanda del Nord, Max-Peter Ratzel, ex responsabile di Europol, e Dominic Grieve, presidente Tory della Commissione parlamentare per la sicurezza nazionale, hanno invitato Theresa May a mantenere i rapporti con le forze dell'ordine europee anche dopo l'uscita dall'Unione. Questa collaborazione, sostengono, sarà fondamentale per mantenere efficace la lotta contro il terrorismo, anche se comporterà un coinvolgimento con la Corte di Giustizia Europea.

"La nostra collaborazione con l'intelligence americana è estremamente importante" ha affermato Grieve durante un'intervista "ma è innegabile che l'attuale minaccia terroristica abbia una dimensione prevalentemente europea. La banca dati dei movimenti all'interno dell'area Schengen fa parte di un sistema europeo, e noi dobbiamo cercare di restare all'interno di questo sistema." E ha proseguito: "Durante le negoziazioni per l'uscita dall'Unione Europea, Governo e Parlamento dovranno rendersi conto che sarà necessario il mantenimento di questi legami con il sistema europeo".

Orde dal canto suo ha sottolineato che la partecipazione a organismi sovranazionali come Europol e Erojust consente l'accesso vitale a un'enorme quantità di informazioni, e permette alle forze di polizia un dialogo immediato con i colleghi degli altri paesi. "Se non esistesse questa cooperazione, sarebbe molto più difficile fare il nostro lavoro" ha aggiunto.

Ratzel si è detto convinto che il Regno Unito dovrà necessariamente accettare le regole della Corte di Giustizia Europea come parte essenziale dei negoziati Brexit, cosa che invece Theresa May ha sempre escluso. "Se il Regno Unito vorrà avere un ruolo importante all'interno dell'Europol, dovrà accettare le regole della Corte di Giustizia Europea. Non potrà permettersi di scegliere solo quello che preferisce. Gli europei non potrebbero accettarlo".


martedì 18 aprile 2017

ANNUNCIO A SORPRESA DI THERESA MAY: A GIUGNO UK AL VOTO.

Secondo la Premier, le elezioni sono l'unico modo per garantire stabilità e sicurezza al Regno Unito per gli anni a venire.

In una dichiarazione a sorpresa rilasciata questa mattina davanti al n.10 di Downing Street, il Primo Ministro britannico Theresa May ha reso noto che saranno indette nuove elezioni generali per l'UK per il prossimo 8 giugno. Dichiarazione ancora più sorprendente se si pensa che la Premier si era sempre detta contraria all'idea di un voto anticipato.

Risultati immagini per theresa mayLa May ha affermato che l'opposizione sta mettendo a rischio i lavori del Governo per la Brexit. "Dopo il voto del Paese per l'uscita dall'Unione Europea, la Gran Bretagna ha avuto bisogno di sicurezza, stabilità e una forte leadership. Da quando sono diventata Primo Ministro, questo è ciò che ho dato al Paese. Ma ora i Laburisti hanno minacciato di votare contro l'accordo finale che verrà raggiunto, i Liberal Democratici hanno affermato di voler condurre il Governo a un punto morto." E ha proseguito: "Abbiamo bisogno di elezioni generali, e ne abbiamo bisogno adesso. Sono giunta solo ultimamente e con riluttanza a questa conclusione, ma adesso mi rendo conto che è l'unico modo per garantire stabilità al Paese per gli anni a venire".

In base alla legge britannica la May non può indire le elezioni direttamente, ma la Premier ha dichiarato che presenterà una mozione alla House of Commons. Questo significa che sarà necessario l'avallo di due terzi dei membri della Camera, che voteranno domani dopo un dibattito di 90 minuti.

David Cameron considera la decisione della May saggia e coraggiosa. Jeremy Corbin, leader del Partito Laburista, ha dichiarato di avere accolto favorevolmente la dichiarazione della May, considerandola un'opportunità per il popolo britannico di votare a favore di chi metta l'interesse della maggioranza al primo posto. Tim Farron, leader dei Liberal Democratici, sostiene che queste elezioni saranno l'occasione per cambiare la direzione in cui si sta muovendo il Paese e per evitare una Hard Brexit che porterà al disastro. 

mercoledì 12 aprile 2017

BREXIT: RUSSIA E CINA SOSPETTATE DI INTROMISSIONI NELLE VOTAZIONI

Membri del Parlamento britannico temono che governi stranieri abbiano interferito con il sito web governativo nel 2016

Risultati immagini per cyber attackSecondo la notizia riportata questa mattina dal quotidiano The Guardian, una commissione di parlamentari inglesi avrebbe dichiarato che alcuni stati esteri, come Russia e Cina, potrebbero avere giocato un ruolo nel crollo del sito web per la registrazione al voto nel periodo immediatamente precedente al referendum su Brexit del 23 giugno 2016.

Secondo il rapporto della commissione, i parlamentari erano profondamente preoccupati riguardo a presunte interferenze di paesi stranieri nella votazione riguardante l'uscita dell'UK dall'Unione Europea. La commissione non identifica chi, nello specifico, potrebbe avere avuto delle responsabilità in merito, ma fa notare che sia la Russia che la Cina utilizzano un approccio agli attacchi informatici basato sulla conoscenza della psicologia di gruppo e sul condizionamento dei singoli. I sospetti si basano anche sulle frequenti dichiarazioni in base alle quali la Russia avrebbe tentato di influenzare le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e in Francia.

Sta di fatto che, nel 2016, il governo inglese si trovò a dover prorogare il termine per la registrazione al voto proprio a causa di un crollo del sito web governativo poco più di un'ora prima della scadenza, incidente che mise a rischio il diritto di voto di decine di migliaia di cittadini. Allora, il governo giustificò l'accaduto con il picco di accessi al sito senza precedenti, dato che più di 500mila persone cercarono di registrarsi proprio l'ultimo giorno. Oggi il rapporto della commissione parlamentare sostiene, invece, che alcuni indizi farebbero pensare ad un attacco informatico.

L'incidente non ha, di fatto, avuto effetti materiali sul risultato del referendum, ma la commissione ritiene che l'accaduto debba servire da lezione per le future votazioni.