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Come ricorda il ministro degli Esteri della Repubblica d’Irlanda, Charles Flanagan, in un'intervista, ci sono voluti anni di estenuanti trattative per arrivare, nel 1998, al cosiddetto "Accordo del Venerdì santo", che ha messo fine a decenni di sanguinosi scontri tra le due Irlande (i "Troubles").
Secondo Il Corriere della Sera, il ministro Flanagan dichiara di essere lui stesso, per funzione istituzionale, un «co-garante» degli accordi di pace e di quello che è il loro significato fondamentale, ovvero l’«invisibilità» dei confini fra Repubblica d'Irlanda e Gran Bretagna e la garanzia che «il popolo dell’isola d’Irlanda» non venga nuovamente diviso.
Nell'intervista, Flanagan si è detto molto preoccupato per come verrà gestito il processo di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. In particolare, l'opzione di una "hard Brexit", ovvero di un accordo che limiti la libera circolazione delle persone fra i territori, potrebbe avere gravi conseguenze per l'Irlanda. «Ogni giorno moltissimi irlandesi attraversano il confine per motivi di lavoro, per fare acquisti, per visitare la famiglia. Il confine è sempre stato "invisibile" dai tempi dell'accordo del 1998, e tale deve rimanere.» afferma Flanagan. «Il carattere unico del confine fra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord dovrà essere rispettato».
I due ministri britannici David Davis e Boris Johnson si sono dimostrati incoraggianti su questo punto, prosegue il Ministro, perchè hanno affermato che non si augurano un ritorno alla frontiera del passato.
Charles Flanagan ricorda anche che, nel referendum, l'Irlanda del Nord ha votato in maggioranza per rimanere all'interno dell'Unione Europea, e che un mancato rispetto di quanto sancito negli accordi di pace potrebbe anche portare a una sorta di "sfida costituzionale" all'interno del Regno Unito.
Foto: Dublino (3DF MediaStudio)