lunedì 26 giugno 2017

BREXIT, MAY RASSICURA I RESIDENTI UE: "NESSUNO SARA' COSTRETTO A LASCIARE L'UK"

In che cosa consiste la proposta della Premier sui diritti dei cittadini UE, giudicata "poco soddisfacente" da Tusk e Juncker?

Ha suscitato molte discussioni la proposta, avanzata da Theresa May pochi giorni fa, sulle garanzie per i cittadini UE che si troveranno a risiedere nel Regno Unito dopo la Brexit.

Risultati immagini per theresa may brexitIn particolare, i presidenti di Commissione e Consiglio Europei, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, hanno giudicato la proposta al di sotto delle aspettative e hanno rivelato il timore che possa peggiorare la situazione dei cittadini che da tempo risiedono nel Regno Unito.

Anche i gruppi che, nel Regno Unito, si stanno battendo per i diritti dei cittadini europei dopo la Brexit si sono dichiarati insoddisfatti: considerano la proposta un documento approssimativo e poco approfondito, di livello molto inferiore alla proposta presentata dall'Unione Europea sui diritti dei cittadini UK.

Dal canto suo, La May si è sentita in dovere di tranquillizzare i cittadini UE affermando che "nessuno intende mandarli via dall'UK", ma ha ribadito che la sua è una proposta seria e giusta.

Ma quali sono i punti principali di questa proposta? Proviamo a riassumere le voci illustrate nel dettaglio dal Telegraph:

- dopo Brexit, tutti i cittadini UE che si trovano in UK dovranno fare richiesta per ottenere la residenza permanente (accordi particolari saranno presi per i cittadini irlandesi);

- verrà concordata una data oltre la quale ai nuovi arrivati in UK potrà non essere riconosciuta la "residenza permanente" (settled status); questa data dovrà essere non precedente al 29 marzo 2017 (il giorno in cui l'UK ha attivato l'art.50) e non successiva alla data dell'effettiva uscita dell'UK dall'Unione;

- tutti i cittadini UE residenti in UK prima di tale data potranno richiedere la residenza permanente una volta raggiunti i 5 anni di permanenza continuativa nel paese; per costoro potrà essere istituito un sistema di documenti di identità;

- la residenza permanente equivarrà al diritto di rimanere in UK a tempo indeterminato e di accedere ai servizi pubblici, ai sussidi e all'istruzione;

- ai componenti familiari dei cittadini UE con residenza permanente sarà consentito di entrare in UK anche dopo la data limite e di maturare i cinque anni di permanenza per ottenere la residenza, purchè si trasferiscano in UK prima della Brexit; per componenti familiari si intende figli a carico, genitori, coniugi; forse saranno inclusi i cugini. Se invece si trasferiranno in UK dopo la Brexit, i componenti familiari potranno richiedere la residenza permanente secondo le modalità attuali, dovendo dimostrare di avere sufficienti fonti di sostentamento;

- dopo l'uscita dell'UK dall'UE, ci saranno due anni di transizione durante i quali i cittadini UE dovranno fare richiesta di residenza permanente; nel frattempo, sarà loro riconosciuto il diritto temporaneo di vivere e lavorare in UK;

- a coloro che hanno commesso reati non sarà consentito di rimanere;

- lo status di coloro che godono di sussidi e pensioni in un paese UE sarà mantenuto inalterato;

- il sistema di assicurazione sanitaria per i paesi UE resterà inalterato;

- i benefici economici a favore degli studenti resteranno inalterati;

- la residenza permanente non darà diritto a un passaporto britannico, che potrà essere richiesto (secondo le modalità attualmente vigenti) una volta raggiunti i 6 anni di permanenza nel paese.





sabato 10 giugno 2017

ELEZIONI UK: MAY CONFERMATA AL GOVERNO, MA SI TRATTA DI UNA MEZZA SCONFITTA

I Conservatori vincono le elezioni, ma perdono la maggioranza in parlamento. Cosa cambia adesso per la Brexit?

Si sono appena concluse le elezioni generali nel Regno Unito, elezioni che proprio Theresa May aveva voluto, nella speranza di ottenere dalla popolazione britannica un "mandato stabile e forte" per avviare con sicurezza il percorso per uscire dall'Unione Europea.

Risultati immagini per uk electionGli elettori si sono espressi, il partito dei Tories è stato confermato alla guida del paese, ma i risultati non sono stati quelli sperati. Il Partito Laburista ha guadagnato molti seggi in Parlamento, prevalentemente a danno dei Conservatori e del Partito Nazionale Scozzese, sottraendo ai Tories la maggioranza assoluta dei seggi. Forte batosta anche per l'UKIP, il Partito per l'Indipendenza dell'UK, che rispetto alle ultime elezioni ha perso il 10% dei voti. Il nuovo leader Paul Nuttall ha da poco rassegnato le dimissioni.

La conseguenza è, di fatto, una situazione politica molto più instabile, una perdita di potere per il partito al governo e l'inevitabile ricorso ad alleanze e coalizioni per governare. La stampa inglese avrebbe già parlato di un'alleanza tra i Tories e il Partito Democratico Unionista dell'Irlanda del Nord. Qualcuno avrebbe già rivolto a Theresa May l'invito ad abbandonare l'incarico, e forse la Premier sarà costretta a farlo, se non riuscirà nelle prossime settimane a mettere in piedi un governo stabile.

Ma che cosa significa tutto questo per la Brexit, e quali conseguenze ci saranno sui futuri negoziati? In molti hanno imputato la sconfitta della partito della May proprio alle sue decisioni sul processo di uscita dall'Unione Europea, e in particolare alla sua scelta di muoversi in direzione di una "Hard Brexit".

Lo scenario più probabile è che si vada ora in direzione di una soft Brexit. La stessa coalizione con il Partito Democratico Unionista dell'Irlanda del Nord, forte sostenitore di una soft Brexit, porterebbe in primo piano una questione considerata primaria da questo partito, ossia quella del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda.
Molto importante per i Conservatori è anche l'appoggio dei Liberal Democratici, il cui Leader, Tim Farron, è favorevole a un nuovo referendum sulla Brexit appena si concluderanno i negoziati.

E' forse ancora presto per fare previsioni certe, anche se il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, dopo essersi congratulato con la May per la vittoria alle elezioni, avrebbe ricordato che è necessario affrettarsi e mettere in moto le trattative.