pubblicato da: www.ilsole24ore.it
Diamanti sono una risorsa finita: un giorno neppure molto lontano (si parla del 2030) le miniere si esauriranno. Inoltre non tutti i diamanti sono uguali e per trovarli serve una specie di caccia al tesoro: come ricorda l’Investment Diamond Center di Londra, bisogna muovere 250 tonnellate di materiale per trovare un carato (pari a un quinto di grammo) di diamante.
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Chi sceglie i diamanti non deve pensare a un guadagno immediato: per molti non si tratta di investimento speculativo, ma di medio e lungo termine, senza garanzia di riacquisto e su un mercato volatile nel quale i prezzi praticati dai dealer rimangono spesso opachi.
Ai fini della diversificazione del portafoglio i beni reali possono comunque portare un contributo: forse è proprio per questo che – in Italia e non solo – nel primo semestre e in particolare a partire dal 23 giugno, giorno del referendum sulla Brexit, le vendite di diamanti e il loro valore hanno continuato a crescere.
Esemplare il caso della Diamond Private Investment, leader nel nostro Paese nei diamanti da investimento, con una quota di mercato del 65%: «Nel 2015 il nostro fatturato è raddoppiato e nei primi mesi del 2016 abbiamo superato i 15mila investitori – spiega l’amministratore delegato Maurizio Sacchi –. La storia dimostra che il valore dell’investimento non è correlato all’andamento dei mercati finanziari e generalmente offre rendimenti che si collocano sempre a un punto, un punto e mezzo percentuale sopra l’inflazione reale. Consigliamo comunque di non destinare più del 5% del proprio portafoglio ai diamanti: la parola magica è sempre diversificazione».
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