venerdì 1 luglio 2016

INTERVISTA ALL'AMBASCIATORE D'ITALIA A LONDRA SULLE CONSEGUENZE BREXIT

L'Ambasciata d'Italia a Londra pubblica sul suo sito web un'intervista all'ambasciatore Pasquale Terracciano in merito alla conseguenze di Brexit per lavoratori, studenti e turisti provenienti dall'Italia:

Turisti, studenti, lavoratori: "Ecco cosa succederà agli italiani con Brexit"

LONDRA - "Cosa cambia con Brexit per gli italiani? Per il momento non cambia niente e si può prevedere che niente cambierà per i prossimi due anni e mezzo. L'articolo 50 del trattato europeo che avvia la procedura di uscita dall'Unione Europea non sarà probabilmente attivato prima di settembre o di ottobre, dopo che un nuovo primo ministro conservatore avrà preso il posto del dimissionario David Cameron e avrà formato un nuovo governo. A quel punto scatteranno i due anni previsti per concludere un accordo sul futuro rapporto tra Gran Bretagna e Ue, due anni di trattative che, se vi è reciproco consenso, potrebbero anche essere prolungati. E' dunque verosimile pensare che, a partire da adesso, nulla cambierà per due anni e mezzo, diciamo sino alla fine del 2018, inizio del 2019, e in questo periodo tutto resterà uguale, con il Regno Unito nella Ue e gli stessi diritti di cui i cittadini italiani hanno usufruito fino ad ora". Pasquale Terracciano, ambasciatore d'Italia a Londra, spiega così quello che attende i nostri connazionali. Molti dei quali si pongono domande sul futuro, per chi vuole lavorare in questo paese, studiare qui o semplicemente venirci in vacanza.
Ambasciatore, e poi cosa accadrà fra due anni e mezzo, al termine della trattativa?
"Chi è già residente in Gran Bretagna avrà diritto di rimanere con un permesso di soggiorno illimitato, questo almeno si deduce dalle dichiarazioni fatte finora da tutti. Non ci sarà bisogno di prendere la cittadinanza britannica: un permesso di soggiorno senza limiti di tempo verrà fornito dalle autorità agli italiani che lavorano e pagano le tasse in questo paese, un po' come la Green Card negli Stati Uniti. Il dubbio è a partire da che data verrà deciso di introdurre questo regime: se nel momento dell'attivazione dell'articolo 50, dunque fra qualche mese, o se a conclusione della trattativa fra Londra e Ue, dunque fra due anni e mezzo. Ma le procedure sono già note, è probabile che saranno le stesse che vengono attualmente applicate per i cittadini dei paesi del Commonwealth".
Dunque nessun cambiamento per il mezzo milione di italiani già residenti in Inghilterra. E cosa cambierà per chi invece vuole stabilirsi qui in futuro, dopo la conclusione della trattativa fra Londra e Ue?
"Alcuni parlano di un sistema di immigrazione 'a punti', in pratica la Gran Bretagna potrà scegliere in quali settori e in quale quantità ha bisogno di immigrati, quindi non sarà impossibile per un italiano emigrare qui anche in futuro. Dipende da quali paletti, quali ostacoli, il governo britannico decidere di porre. Dipende tutto, in sostanza, dal negoziato fra Londra e Bruxelles: se la Gran Bretagna vorrà restare nel mercato unico, come vogliono alcuni, dovrebbe in teoria accettare la libertà di movimento per i lavoratori, ossia la situazione attuale, ma potrebbe chiedere di ottenere un freno, di porre delle limitazioni a questa libertà. Naturalmente non sappiamo se la Ue farà concessioni in tal senso, che in teoria stabilirebbero un precedente diverso rispetto alla legislazione in vigore".
E' possibile che un secondo referendum o un nuovo governo cancellino la decisione del primo? Cioè che Brexit, alla fin fine, non si faccia?
"Non credo all'ipotesi di un secondo referendum, almeno nell'immediato, ma è possibile anche se non certa quella che il nuovo premier convochi subito o in seguito elezioni anticipate, dalle quali potrebbe uscire un governo o una coalizione di governo nel cui programma ci sia la permanenza della Gran Bretagna nella Ue. In teoria, a quel punto l'articolo 50 si può ritirare o non portare a compimento e in tal caso tutto resterebbe com'è ora".