Si sono appena concluse le elezioni generali nel Regno Unito, elezioni che proprio Theresa May aveva voluto, nella speranza di ottenere dalla popolazione britannica un "mandato stabile e forte" per avviare con sicurezza il percorso per uscire dall'Unione Europea.
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La conseguenza è, di fatto, una situazione politica molto più instabile, una perdita di potere per il partito al governo e l'inevitabile ricorso ad alleanze e coalizioni per governare. La stampa inglese avrebbe già parlato di un'alleanza tra i Tories e il Partito Democratico Unionista dell'Irlanda del Nord. Qualcuno avrebbe già rivolto a Theresa May l'invito ad abbandonare l'incarico, e forse la Premier sarà costretta a farlo, se non riuscirà nelle prossime settimane a mettere in piedi un governo stabile.
Ma che cosa significa tutto questo per la Brexit, e quali conseguenze ci saranno sui futuri negoziati? In molti hanno imputato la sconfitta della partito della May proprio alle sue decisioni sul processo di uscita dall'Unione Europea, e in particolare alla sua scelta di muoversi in direzione di una "Hard Brexit".
Lo scenario più probabile è che si vada ora in direzione di una soft Brexit. La stessa coalizione con il Partito Democratico Unionista dell'Irlanda del Nord, forte sostenitore di una soft Brexit, porterebbe in primo piano una questione considerata primaria da questo partito, ossia quella del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda.
Molto importante per i Conservatori è anche l'appoggio dei Liberal Democratici, il cui Leader, Tim Farron, è favorevole a un nuovo referendum sulla Brexit appena si concluderanno i negoziati.
E' forse ancora presto per fare previsioni certe, anche se il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, dopo essersi congratulato con la May per la vittoria alle elezioni, avrebbe ricordato che è necessario affrettarsi e mettere in moto le trattative.