mercoledì 6 luglio 2016

BREXIT, A RISCHIO IL MERCATO IMMOBILIARE IN GRAN BRETAGNA

Pubblicato da ilsole24ore.com:

Se scoppia la bolla creata dal «doping monetario»

Brexit alla fine ha colpito la Gran Bretagna nel suo vero tallone d’Achille: il mercato immobiliare. Gonfiato da anni di “doping monetario”, foraggiato da famiglie britanniche troppo abituate ad indebitarsi e da investitori internazionali troppo smaniosi di comprare a Londra, alla fine i nodi sembrano arrivare al pettine: i primi fondi immobiliari costretti a bloccare i riscatti sono la punta di un iceberg ben più grande. Sono solo l’apice di un problema che la Banca centrale dovrà gestire, per evitare che Brexit si trasformi nell’ago capace di scoppiare la prima vera «bolla» dell’era post-Lehman Brothers.

La grande speculazione

È da tempo che gli economisti indicano il mercato immobiliare inglese come una bolla creata dalla politica monetaria iper-espansiva che la Bank of England (come molte altre banche centrali) ha varato dopo la crisi del 2008-2009. Tenendo i tassi d’interesse molto bassi per anni e stampando moneta (l’Inghilterra è stato uno dei primi Paesi a varare il quantitative easing), il mercato immobiliare inglese si è infatti gonfiato come un pallone. Questo è stato possibile da un lato perché le famiglie inglesi hanno fatto ampio ricorso al debito, reso conveniente dai tassi bassi, per comprare casa. E dall’altro perché gli investitori internazionali si sono fiondati per anni sul mattone britannico. (...)

Questo per anni ha gonfiato i prezzi delle case e degli immobili commerciali, ma ora che i capitali esteri tentano di fuggire si rischia un tracollo. Ecco perché la stessa Bank of England indica, nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria, questi due problemi come rischi per la Gran Bretagna: il debito delle famiglie e gli eccessivi ingressi di capitali esteri sul settore immobiliare. Messi insieme, oggi, questi due fenomeni preoccupano.

Effetto Brexit

In questo contesto iper-gonfiato, si è inserita Brexit. Che ha causato la forte svalutazione della sterlina sul dollaro e sull’euro. Questo da un lato fa bene alla Gran Bretagna, perché avvantaggia le imprese esportatrici: è per questo che dal giorno del referendum la Borsa di Londra (dove sono quotate molte aziende dedite all’export) è tornata in positivo. (...)

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