mercoledì 6 luglio 2016

"LASCIO A VOI LA BREXIT". LA VERSIONE DE L'ESPRESSO SULLE DIMISSIONI DI FARAGE

Pubblicato da espresso.repubblica.it:

Nigel Farage: lascio a voi la Brexit

L'euroscettico si dimette da presidente di Ukip. Ma non dal Parlamento europeo. «Ho fatto la mia parte, voglio indietro la mia vita».

Nigel Farage: lascio a voi la Brexit (...) Se non fosse stato per Farage l'ex primo ministro David Cameron non avrebbe mai indetto quel maledetto referendum che sta per cambiare i connotati del Vecchio Continente. Se non fosse stato per Farage nessuno avrebbe dato credito all'idea che, uscendo dall'Europa, la Piccola Inghilterra avrebbe potuto recuperare i fasti del passato e cacciare gli immigrati che impoveriscono la classe operaia. Se non fosse stato per lui il partito dei Tories non si sarebbe diviso alla ricerca di impossibili consensi. E una campagna di bugie e inesattezze non avrebbe convinto milioni di cittadini.


È Nigel Farage il vero vincitore della Brexit. E proprio ora che l'obiettivo è a portata di mano il leader si dimette per «riavere indietro la sua vita». «Ho fatto la mia parte», ha detto. Difficile non vedere in questo comportamento l'ammissione della mancanza totale di piani suoi o del suo gruppo per fare di quel loro sogno, la Brexit, la realtà di domani.
Lo scorso maggio l'Espresso incontrò a Clacton-on-the-sea, una piccola cittadina pro-Brexit sulla costa orientale dell'Inghilterra, Douglas Carswell, l'unico membro dell'Ukip ad avere ottenuto un seggio in parlamento, arci-nemico personale di Farage, e oggi suo possibile successore.

Erano chiare le ragioni che stavano spingendo tanti cittadini a portare il loro Paese lontano da Bruxelles. Ciò che non riuscivo a capire è come i leader del movimento pro-Brexit avessero calcolato i benefici di un'uscita e quali piani avessero in caso di successo. Quali accordi avrebbero conservato e quali cestinato? Come avrebbero conciliato il libero scambio delle merci senza quello delle persone? Alla quarta domanda sul tema senza risposta, Carswell si alzò e fece per andarsene. «Lei è incapace di ascoltare». Quando si risedette andò avanti con i suoi slogan e mai rispose ai quesiti. Disse solo che l'Europa aveva più bisogno della Gran Bretagna di quanto la Gran Bretagna non avesse bisogno dell'Europa. E dunque Bruxelles avrebbe accomodato gli eventuali desiderata inglesi.

Fu allora che fu chiara della mancanza di un piano in caso di uscita. Nessuno davvero credeva che la Gran Bretagna sarebbe uscita dall'Europa. Nessuno aveva idee sul futuro, progetti di una Nuova Casa. Tutto si fermava al grido: Riprendiamoci il Paese, cacciamo gli immigrati! (...) Leggi l'intero articolo su espresso.repubblica.it