Dopo aver raccolto una serie di critiche dal mondo politico e da quello finanziario, e dopo una parziale rettifica da parte dello stesso ministro Rudd, l'iniziativa delle "liste di lavoratori stranieri" è stata definitivamente ritirata dal ministro dell'Istruzione Justine Greening. La Greening ha dichiarato che verranno richieste le liste dei cittadini stranieri impiegati presso le aziende britanniche, ma che tali liste non verranno pubblicate ma resteranno riservate, e serviranno solo per analizzare quali siano i settori di competenza in cui vi è un minore impiego di cittadini britannici.
Un segnale di apertura da parte del Governo c'è stato nei confronti dei cittadini europei che risiedono in UK da meno di 5 anni, e che quindi non hanno ancora maturato il diritto alla "residenza permanente": per tutti costoro (che sarebbero circa il 20% degli immigrati di cittadinanza europea) il ministero degli Interni sta valutando la possibilità di un'equiparazione di fatto a chi ha già trascorso i 5 anni di residenza in UK, e di concedere quindi la "residenza permanente" anche a loro.
Notizie meno positive solo quelle che riguardano la Sterlina, che nell'arco dell'ultimo anno ha perso un quinto del suo valore, e che ha registrato un calo esponenziale proprio nei tre mesi successivi al referendum per la Brexit. Di questo passo, il Pound inglese è destinato a raggiungere presto la parità con l'Euro e con il Dollaro. Un dato significativo: secondo il giudizio di molti esperti, uno scatto precipitoso verso il basso della valuta inglese si è registrato proprio nei giorni scorsi, in concomitanza con le dichiarazioni del Governo May sulle possibili "liste" di cittadini stranieri impiegati in UK.