sabato 13 agosto 2016

IL GOVERNO UK FINANZIERA' I PROGETTI UE FINO AL 2020, ANCHE IN CASO DI USCITA DALL'UNIONE EUROPEA

pubblicato da ilsole24ore.com:

Brexit, Londra coprirà i mancati fondi Ue fino al 2020

ApNiente Ue, niente fondi europei. Per colmare questo potenziale “buco” il governo britannico ha promesso oggi che manterrà i finanziamenti ai progetti Ue nei settori agricolo, scientifico e delle infrastrutture fino al 2020, anche se il Paese dovesse uscire dal blocco dei 28 prima di questa data.
La decisione, annunciata dal ministro del Tesoro Philip Hammond, segue i timori espressi al riguardo da alcuni esponenti del mondo imprenditoriale e accademico nel Regno Unito, secondo i quali l'incertezza per il futuro sta già bloccando l'avvio di progetti di lungo periodo.
«Le organizzazioni vogliono sicurezze sul flusso dei finanziamenti che riceveranno» e questo annuncio aiuterà a fornire la necessaria «stabilità e certezza», ha detto Hammond, aggiungendo che questa garanzia sui finanziamenti costerà ai contribuenti circa 4,5 miliardi di sterline l'anno (5,2 miliardi di euro).

I tempi dell’uscita del Regno Unito dalla Ue in realtà non sono affatto certi.Il nuovo primo ministro Thersa May non ha ancora attivato l’articolo 50 del Trattato Ue, che contempla un periodo di almeno due anni di negoziati prima dell’uscita di un Paese. «È chiaro che se smetteremo di contribuire al bilancio della Ue avremo più denaro da investire nella nostra economia», ha puntualizzato Hammond. Il suo annuncio è stato salutato con favore da divere associazioni. «Spero che questa certezza ritrovata darà fiducia alle imprese agricole perché è ciò di cui hanno più bisogno», ha dichiarato Meurig Raymond, presidente dell’Unione degli agricoltori britannici. «L’annuncio di oggi - ha confermato il presidente della Royal Society Venki Ramakrishnan - dimostra in maniera forte che la Gran Bretagna rimane aperta e collaborativa».

L’esito-shock del referendum del 23 giugno ha avuto un impatto sull’economia britannica ancora non facile da stimare. Il primo effetto si è visto sulla sterlina, che dal 24 giugno ha perso il 13% sul dollaro e questa settimana per la prima volta è scesa sotto quota 1,30 (e sull’euro è scivolata fino a quota 0,86) dopo l’annuncio delle nuove misure di allentamento monetario da parte della Bank of England. Nei prossimi giorni i dati su inflazione, vendite al dettaglio e disoccupazione, tutti relativi a luglio, forniranno le prime concrete indicazioni sull’effetto Brexit.